Trarego Viggiona
Siamo nella “conca verde”, sulle pendici del Monte Carza: tre villaggi immersi nel verde che guardano al Lago Maggiore (lo sguardo sul versante di Luino è superbo). Sopra i paesi, faggete e praterie montane, linee ondulate di cresta che separano la Val Cannobina sul versante opposto. Ai piedi dei villaggi, fitti boschi di latifoglie che scendono nella valle di Cannero. Immerse nei boschi, oltre 300 ville di turisti stranieri (per lo più tedeschi) offrono quiete e riposo.
I paesi sono tre: Trarego, Viggiona e Cheglio, riuniti in un’unica entità comunale alla fine degli anni ‘20. I villaggi comunicano “a lago” con Cannero e la statale italo-svizzera che da Verbania conduce a Locarno; mentre a monte la “Strada Cadorna” (oggi interamente asfaltata) sale il versante montuoso lungo diversi suggestivi alpeggi con panorami progressivamente più ampi e porta a Colle, Piancavallo e Premeno
L’abitato di Viggiona sorge su un vasto altipiano morenico ai piedi del Monte Carza (1116 m), dal Rio Cannero al vallone di Carmine, riparato dai venti di tramontana e aperto a mezzogiorno sul Lago Maggiore che penetra in Canton Ticino.
La “chiesa vecchia” di Viggiona sorge al margine nord del paese. L’edifico originario risale al XV secolo, ma venne via via ampliata e definitivamente arricchita da due navatelaterali. Conservava due trittici: uno raffigurante l’Adorazione dei Magie un altro (oggi nella nuova parrocchiale) raffigurante il presepio con i santi Maurizio e Antonio Abate. Conserva buoni affreschi sull’abside e sul battistero.
Una Via Crucis, realizzata negli anni ‘60 dagli studenti della Accademia d’Arte di Stoccarda, conduce al vicino cimitero. Viggiona fu eretta in parrocchia autonoma già nel 1492. Il 15 maggio 1689 venne posata la prima pietra della grande parrocchiale barocca; i lavori durarono otto anni la datata dell’inaugurazione (1697) compare sul frontale del portone.
Trarego si trova in un’ampia conca morenica immersa nel verde e affacciata sul lago. Densamente popolato, il villaggio conserva numerosi edifici di archeologia industriale come la primitiva centrale idroelettrica che agli inizi del secolo sfruttava le acque di una cascata per produrre energia idroelettrica che forniva l’illuminazione al paese e alle abitazioni private. Ricordo di antiche attività agro-pastorali sono i mulini per la macina dei cereali e la latteria sociale.
La parrocchiale di Trarego è dedicata a S. Martino e fu edificata nel XVI secolo ampliando un oratorio esistente già duecento anni prima. La chiesa ospita un altare marmoreo e una statua lignea della Madonna della cintura, opera dello scultore G.M. Franzosini nel 1747; due statue lignee di pregevole fattura (XVIII secolo) raffiguranti laMadonna Nera di Loreto e San Carlo Borromeo; un prezioso battistero in marmo rosa di Candoglia (lo stesso con cui fu edificato il Duomo di Milano). La chiesa ha una peculiarità: è una delle poche senza campanile in quanto fu demolito nel 1958 perché pericolante che venne poi ricostruito nel 2000.
Il dedalo di stradine della borgata di Cheglio introduce in un mondo fatto di armonia urbanistica inserita nel manto verde del territorio. Un villaggio minuscolo dal sapore antico, riscoperto negli ultimi anni da un turismo dal palato fino che ama la serenità dei luoghi. Un antico oratorio dedicato a S. Rocco, patrono degli appestati, conserva un prezioso polittico del XVI secolo raffigurante una Madonna in trono con bambino e i santiRocco, Sebastiano e Martino.
Qui sorse, alla fine del secolo scorso, uno dei primi alberghi della zona: l’”Albergo Belvedere”: contadine che portavano nelle gerle i bagagli dei turisti, nobildonne a dorso d’asino o di mulo, il tè sotto gli “arboli”, i giganteschi castagni da frutto (i più esigenti bevevano il tè “su” un castagno collegato all’albergo da una passerella). Quest’antica tradizione di ospitalità ha prodotto generazioni di cuochi e camerieri che hanno percorso il mondo senza mai dimenticarsi il verde e il blu della loro terra.
Inaugurato nel 2006 il Museo Tattile di Scienze Naturali del lago e della montagna racconta l'ambiente attraverso diorami allestiti con materuiali che è possibile toccare: piante vive ed animali maturalizzati, oggetti ed elementi quali rocce, frutti, bacche, legni, nidi, foglie ... Gil ambienti proposti sono l'alpeggio, l'alveare, l'alta montagna, la foresta di conifere, il bosco ed il canneto lacustre. Accanto ale sensazioni tattili sono proposte anche percezioni olfattive e uditive, con sottofondo sonoro che propone i suoni della natura e degli animali.
Diversi percorsi, opportunamente segnalati, offrono escursioni sui crinali e sulle vette dei monti dai panorami grandiosi, attorno ai paese sono possibili numerose semplici passeggiate su mulattiere e strade rurali. Una bella mulattiera ombreggiata scende a Oggiogno e Cannero.
Lungo l’itinerario si incontrano tre cappelle agresti: la prima, detta della Vergella, contiene buoni affreschi di notevole valore artistico, la seconda ospita un’Assunzione, mentre la terza, in località il Ronco, è dedicata all’Angelo Custode.
Una vecchia mulattiera, da Viggiona scende serpeggiando nel bosco a Cannobio. Qui l’escursionismo lo si pratica anche in discesa, calando dai boschi alle rive del Lago. E’ l’antica rete di collegamento pedestre tra i paesi dell’Alto Verbano che negli ultimi anni è stata recuperata per il moderno turismo ambientale.
Altre passeggiate da Trarego vanno alla cascata e alla frazione di Promé - luogo in cui avvenne l'eccidio dei partigiani della Volante Cucciolo nel febbraio del 1945 - oppure alle cascatelle e alle pozze irridescenti del RioPiumesc.
L’oratorio di S. Eurosia, è luogo di una partecipata festa popolare la prima domenica di agosto. Su un primitivo sacello del 1667, fu edificato, tra il 1805 e il 1808, l’attuale oratorio introdotto da un porticato restaurato nel 1997.
Trarego, Viggiona e Cheglio sono anche luoghi privilegiati da cui partire per facili camminate alla scoperta dei ruderi militari della “Linea Cadorna”, costruita durante la Prima Guerra Mondiale per proteggere l’Italia da un’ipotizzata invasione austro-tedesca. Il Monte Carza (1116 m), la Cima Forcola (1303 m), la Cima d’Alpe (1348 m), i dintorni di Pian Puzzo (1289 m), il Monte Spallavera (m 1534) offrono l’occasione, in poche decine di minuti di cammino, di scoprire trincee, fortini, postazioni d’artiglieria che raccontano di una guerra lontana e mai avvenuta.E’ un momento di storia ormai centenaria da leggere impressa sul territorio.